Di Simone Bandini
La sigla P64 somiglia un po’ a un codice marziale: certo è che in queste due nuove bottiglie, un Sangiovese e un Cabernet in purezza, si condensano il rigore produttivo e la precisione in cantina della famiglia Ravazzi – che produce vini dagli anni ’50. Questi due vini inediti evocano una storia importante, in specie quella del Sangiovese che si radica nella storia contadina della Toscana – e che si proiettano verso il futuro grazie ad un grande Cabernet Sauvignon, vitigno che ha già conquistato il mondo.
“E’ un progetto che ha ormai qualche anno – inizia il patron Alberto Ravazzi – che ha visto alti e bassi e numerose, successive scelte metodologiche. Sono vini fatti da selezioni importanti e produzioni eterogenee. Per questo abbiamo selezionato cinque barriques per tipo di vino. È decisiva la provenienza del legno, anch’essa deve essere armoniosamente identificativa”.
Siamo seduti presso l’elegante caffè delle Terme di Fonteverde: una luce primaverile appena calda filtra dalle vetrate cedendo i rigidi toni del blu al cielo. Si crea come un alone di magica sospensione tra di noi e la famiglia Ravazzi. Ci hanno raggiunto anche la moglie Roberta e la figlia Martina, anime al femminile della cantina. Abbiamo scelto questo luogo per riunirci e scattare delle foto per la sua valenza storica e paesaggistica che identificano un territorio: le stesse colline dove sono adagiate le vigne del P64 e dove si mescolano la terra ancestrale e lo spirito clanico delle sue genti.
Questi vini rappresentano una ripartenza, l’inizio di un nuovo ciclo, grazie alla riscoperta di due monovitigni esemplari e archetipali: “P64 non è altro che la parcella in cui si trovano alcuni vigneti di famiglia. Rappresenta il luogo in cui trascorrevo i miei pomeriggi da piccolo e dove ho conosciuto vecchi viticultori, grandi esperti di vite, che mi hanno trasmesso la passione per la terra; ho visto il trascorrere delle stagioni, le foglie cambiare colore e gli acini crescere”.
Un legame simbolico fortissimo che mischia terra e sangue con un’alchimia potente di vini, un mito che si fa realtà, vita, identità: “Quel particolare vigneto per me ha sempre rappresentato un luogo di pace interiore che mi esorta a ricollegarmi con la Terra. Da sempre. E da sempre ha dato frutti incredibili, uve capaci di generare vini di particolare gusto”, continua Alberto.
Il momento che stiamo vivendo è teatro di grandi rivolgimenti politici e di costume, è sotto gli occhi di tutti. Quali sono dunque gli effetti e le ricadute sul commercio di vini? Siamo curiosi di conoscere la sua opinione: “Dal punto di vista strategico occorre investire e innovare, interpretare le nuove tendenze di un mercato in subbuglio, specie quello americano dove sono cambiati gli asset strategici e dove noi trattiamo un 10% circa del nostro volume di affari. Per gli States, appunto, il P64 sarà un cavallo di battaglia come lo è stato il ‘Prezioso’. A mischiare le carte e creare gran confusione, inoltre, c’è stata l’introduzione dei vini dealcolati…”.
La platea principale per i vini delle Cantine Ravazzi rimane comunque l’Europa con, in testa, Svizzera, Belgio, Germania e Olanda: “Gli importatori hanno apprezzato il nostro sforzo di definire e sublimare la nostra identità nel P64” – ricordiamo che i vini sono stati presentati il 28 novembre 2024 in un grande evento proprio qui a Fonteverde, nel giorno del suo 60° compleanno.
La sensazione è quella di un cerchio che si apre, che sta per essere tracciato: “Tutto è nato con l’aiuto dell’enologo Andrea Bernardini che ha portato la sua conoscenza assieme alla sua e nostra esperienza”, d’altronde l’enologia è una scienza, richiede studio, metodo e rigore teoretico. Pensiamo a cambiamenti epocali come, ad esempio, la vinificazione ‘a freddo’ attuata grazie alla tecnologia, che un tempo sarebbe stata impensabile.
E come porsi di fronte al cambiamento climatico? “E’ una grande variabile – ci risponde – che non si può totalmente controllare. Si pensi allo scostamento verso l’alto delle temperature, alla siccità e alle piogge torrenziali improvvise, deflagranti. Ricordiamo, negli anni recenti, un 2014 troppo piovoso e un 2023 maledetto dalla peronospora. Ogni anno è diverso ed è impossibile stabilire un protocollo. Di certo un tempo c’era una stabilità climatica maggiore”.
La primavera incipiente sarà un banco di prova importante per gli inediti P64 e per gli altri vini della famiglia Ravazzi: parte, infatti, la stagione delle degustazioni in cantina gestite da Martina e Roberta, che vi invitiamo caldamente a provare per vivere appieno lo spirito autentico di questa terra e l’ospitalità della famiglia Ravazzi.
Info: Cantine Ravazzi, Via delle Cantine 2/4/6, Fraz. Palazzone, San Casciano dei Bagni (Siena)
Tel: +39 0578 56008 / www.ravazzi.it / info@ravazzi.it