Di Rosina Fracassini
Con questo numero di ValleLife Chianti & Valdelsa si inaugura una nuova rubrica dedicata alle relazioni tossiche e alla violenza psicologica, curata da Serena Fumaria, esperta riconosciuta in crescita personale e supporto alle vittime. Un appuntamento che offrirà riflessioni profonde e strumenti utili per comprendere e affrontare questa realtà complessa.
Serena Fumaria è un’affermata mental coach, ricercatrice, docente universitaria ed esperta in relazioni tossiche e violenza psicologica.
Dal 2016, Serena si dedica a sensibilizzare e informare il pubblico su questa forma di abuso tanto invisibile quanto devastante, sviluppando un metodo di pronto-aiuto per le vittime (il metodo N.E.N.A.) e diventando una delle figure più conosciute e rispettate nel suo campo.
Serena è inoltre presidente dell’associazione #ioscelgome, dedicata alla prevenzione della violenza e al supporto delle vittime.
– Serena, il tuo nome è associato a una profonda comprensione delle relazioni tossiche e della violenza psicologica. Puoi raccontarci come è iniziato il tuo percorso professionale in questo campo?
La mia professione nasce da una missione: prevenire la violenza e sostenere chi vive in una relazione tossica. Anch’io, in passato, sono stata vittima di abusi fisici e psicologici, in un periodo in cui di questi temi si parlava poco e non esisteva un vero supporto per chi subiva violenza mentale. Dopo anni di sofferenza e dopo aver sopportato a lungo, ho deciso di studiare a fondo l’argomento, con l’obiettivo di divulgare e prevenire l’abuso e la violenza, aiutando altre persone a uscirne. Nel 2016, ho iniziato a offrire un sostegno gratuito e anonimo sui social, gettando le basi del mio metodo attuale. Nel 2018, ho fondato l’associazione culturale #ioscelgome, dedicata alla prevenzione attraverso l’informazione, la formazione e i contenuti gratuiti. Dal 2019, ho lasciato ogni altra attività professionale per dedicarmi completamente al mio lavoro di coach, utilizzando il mio metodo.
– La violenza psicologica è un fenomeno di cui si parla sempre di più, ma spesso in modo approssimativo. Secondo te, quali sono le principali incomprensioni o miti legati a questo tipo di abuso?
Una delle principali incomprensioni sulla violenza psicologica è che sia meno grave di quella fisica, quando in realtà può lasciare segni profondi e duraturi. Spesso si pensa anche che sia facile da riconoscere, ma in realtà è subdola e difficile da identificare, sia per chi la subisce sia per chi osserva dall’esterno. Non solo, quasi in ogni occasione, la violenza psicologica è la base su cui si poggia la violenza fisica.
Un altro mito è credere che riguardi solo le relazioni romantiche, mentre può verificarsi in famiglia, sul lavoro e tra amici.
– Tu affermi sempre che la violenza psicologica è trasversale e “politicamente corretta”: cosa significa?
La violenza psicologica non fa differenza di genere, di status, di età, accade 24 ore al giorno e 365 giorni l’anno. È una costante scomoda nella vita di coloro che la vivono.
– Il tuo lavoro ruota attorno al concetto di rinascita personale. Cosa significa per te aiutare le persone a rinascere dopo un trauma psicologico e come si differenzia il tuo approccio da altri metodi di supporto alle vittime?
Dopo ogni tempesta torna il sereno, ed è proprio in quel momento che possiamo davvero guardare dentro noi stessi. Dopo un’esperienza di abuso o violenza psicologica, una delle sfide più difficili è capire il “perché” e accettarsi, nonostante le ferite emotive subite. Il mio lavoro offre un sostegno immediato e profondo per chi sta attraversando un momento di crisi personale. Progettato per aiutare chi ha vissuto abusi, il mio metodo è pensato per essere efficace e rapido: ho integrato trent’anni di studi e 15 anni di ricerca in un metodo semplice, che guida verso l’autocompassione, la gentilezza verso sé stessi e la piena consapevolezza del proprio valore.
La rinascita dipende dalla nostra consapevolezza, dal modo in cui reagiamo agli eventi, e con N.E.N.A., il mio metodo, l’obiettivo è proprio quello di recuperare la propria energia e una nuova attitudine che permetta di vivere una vita felice, un nuovo amore e rapporti sani e duraturi
– La narrativa sociale spesso associa la vittima di abuso psicologico a una persona fragile o in difficoltà. Come si può cambiare questa prospettiva per comprendere che chiunque, anche persone apparentemente forti o di successo, può essere coinvolto?
Per cambiare questa prospettiva, è fondamentale far capire che l’abuso psicologico non colpisce solo persone fragili o vulnerabili. Anche chi appare forte, sicuro di sé o di successo può esserne vittima. Il punto è che la manipolazione agisce su aspetti profondi, invisibili dall’esterno, e chiunque può trovarsi coinvolto. Serve quindi sensibilizzare sul fatto che non è questione di debolezza, ma di dinamiche che possono toccare chiunque, a prescindere dall’apparenza.
– In che modo l’abuso psicologico differisce dalla violenza fisica, e perché spesso risulta più difficile da identificare e denunciare?
L’abuso psicologico si differenzia dalla violenza fisica perché non lascia segni visibili sul corpo, ma agisce in modo subdolo sulla mente e sull’autostima della vittima. È fatto di manipolazione, controllo, svalutazione, isolamento, e porta la persona a dubitare di se stessa, spesso senza accorgersene subito. Proprio per questo risulta difficile da identificare: è una forma di violenza invisibile, che si insinua lentamente nella quotidianità, rendendo complicato per la vittima riconoscerla e attribuirle un nome. Denunciarla è altrettanto complesso, perché mancano prove tangibili e molti faticano a comprendere l’impatto devastante che può avere sull’equilibrio emotivo e psicologico.
– Che impatto ha l’abuso psicologico sul lungo termine sulla salute mentale e fisica della vittima?
L’abuso psicologico, nel lungo termine, può lasciare segni profondi sia sulla mente che sul corpo. Le vittime spesso sviluppano ansia, depressione, perdita di autostima e difficoltà a fidarsi degli altri, mentre a livello fisico possono emergere problemi come insonnia, affaticamento cronico e disturbi psicosomatici. Questo tipo di abuso consuma lentamente l’energia e la gioia di vivere, ma con il giusto supporto è possibile ritrovare forza e serenità.
– Che consigli daresti a chi ha appena scoperto di essere stato vittima di abuso psicologico e non sa come iniziare a ricostruire la propria autostima?
Il consiglio che darei a chi ha appena scoperto di essere stato vittima di abuso psicologico è di iniziare con il prendersi cura di sé, riconoscendo il proprio valore, anche se all’inizio può sembrare difficile. È importante cercare supporto da chi conosce la dinamica dell’abuso, come un professionista, o dalle persone che ci vogliono bene. Bisogna lasciar andare ogni forma di giudizio, anche verso se stessi, e ricordare che questo momento difficile passerà, facendo spazio a una nuova forza interiore e alla ricostruzione di sé.
Info: www.serenafumaria.com / E-mail: serena@serenafumaria.com
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