“Di Segno in Segno”

Per la prima volta, viene esposto un corpus completo di opere grafiche di Omar Galliani, realizzate dagli anni Settanta agli anni Duemila. Il maestro del disegno italiano si approccia alle tecniche incisorie – principalmente litografia e acquatinta – grazie ad una docenza all’Accademia di Belle Arti di Urbino (1979-80), città da sempre nota per le stamperie d’arte.

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Hotel Fortebraccio, Spa ed esperienze nel territorio

Pianificando attentamente e concretamente il soggiorno degli ospiti della struttura – permettendo loro di conoscere il territorio attraverso esperienza autentiche e di valore con produttori, artigiani e gente del posto. Per lasciare un ricordo indelebile di questa terra così legata alla sua natura e storia millenaria, a complemento di uscite ed ‘esplorazioni’ autonome in cui si lanciano, con grande divertimento, i turisti in avanscoperta.

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La Rinascita del Basket ad Anghiari: La Nuova Libertas San Bartolomeo

I colori della Libertas San Bartolomeo sono il bianco e il verde, scelti per onorare la tradizione locale. Sebbene i colori originali della Libertas fossero il bianco e il rosso, la decisione di adottare il bianco e verde riflette un legame più profondo con Anghiari e con il suo patrono, San Bartolomeo. Questa scelta non è solo estetica, ma rappresenta un forte simbolo di identità e appartenenza.

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Il mio San Francesco di Assisi

In una recente edizione di Valley Life (n. 163, primavera 2021) avevamo già raccontato l’appassionata ricerca storico-documentale di Umberto Pippolini su Francesco di Bernardone, meglio noto come “San Francesco di Assisi”. L’emozionante ricerca di Umberto – stimato professionista ed inesauribile creativo – si è conclusa con l’uscita del testo, già disponibile in libreria: “Il Mio San Francesco di Assisi – Alla ricerca della sua unica e vera immagine”.

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Il Ristorante Enoteca Berghi

Lo vedete non appena varcata Porta Fiorentina, antico ingresso della città di Borgo Sansepolcro: il “Ristorante Enoteca Berghi dal Grigino”, con il caratteristico déhor, vi accoglie nel centro storico per jna pausa all’insegna della convivialità e del gusto. In principio fu “il Grigino”, che nella metà degli anni ’20 dava ristoro a concittadini e forestieri con i suoi caratteristici capelli grigi. Oggi il Ristorante enoteca Berghi è gestito dal pronipote Andrea, accompagnato dalla sua grande famiglia: il figlio Giacomo con la compagna Nicoleta, bravissima cuoca, il fratello Silvio, la compagna Elisabetta.

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Dal museo multimediale al trenino della miniera

La visita al Parco Museo Minerario di Abbadia San Salvatore si struttura su tre parti, ognuna avvincente. La prima è rappresentata dal Museo «I luoghi del mercurio», dove, simile a una sceneggiatura, tutto ruota attorno all’elemento metallico, immergendo lo spettatore nella narrazione della vita mineraria: il mito, il territorio, il lavoro, gli uomini e la materia costituiscono i capitoli del racconto; le tecnologie multimediali accompagnano il visitatore in un percorso ricco di fascino: «esistono numerosi parchi minerari – ci spiega Massimo Sabatini, presidente del Consorzio Terre di Toscana – ma pochissimi che trattano il mercurio come elemento principale che fa la differenza nel racconto, entusiasmante; collaboriamo strettamente con due importanti realtà europee: Idrija in Slovenia, con cui siamo gemellati, e Almadén in Spagna, che, assieme ad Abbadia, formano i tre poli principali a livello europeo. Nel percorso si incontrano filmati, video e testimonianze orali di chi ha vissuto in miniera».

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Il Centro di formazione G. O. Bufalini di Città di Castello

La Scuola Bufalini offre la possibilità già in uscita dalla scuola secondaria di primo grado la possibilità di scegliere un percorso IeFP, cioè di istruzione e formazione professionale con durata triennale per il rilascio della qualifica professionale e di durata quadriennale per il rilascio del diploma professionale nei diversi settori: meccanico, ristorazione o del benessere (estetica e acconciatura).

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Un sito templare a Città di Castello

I resoconti dei lavori riportano la ricostruzione che allora fece Francesca Abbozzo, coordinatrice scientifica del convegno e direttrice del restauro degli affreschi. Per lungo tempo venne adibito a magazzino per il tabacco. A metà degli anni Cinquanta l’affresco era già irriconoscibile e fu solo nel 2008 che si provò a saggiare che cosa si nascondesse sotto lo strato del tempo e i residui di un uso improprio. “Così emerse il Cenacolo e quindi, a seguito di altri saggi, cominciò ad emergere una seconda parete su cui si imponeva la figura di un domenicano. Gli affreschi del XV secolo convivono con uno strato più antico risalente ad almeno due secoli prima, che hanno una natura chiaramente templare”. Costituiscono l’apparato decorativo originario di questa, che poteva essere una chiesa ma anche un tempio, dato che i motivi rimandano alla pietra del tempio di Gerusalemme.

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La favola dell’Incanto

E se siete in vena di carne, è qui che dovete cenare! Il menù di carne propone infatti una scelta di primissima qualità, con tipologie provenienti da tutto il mondo, come ad esempio i ricercatissimi Kobe Giapponese ed Angus irlandese. Il locale dispone di speciali frigoriferi per la frollatura, grazie a cui i tagli vengono sottoposti ad un processo di minimo 30 giorni prima di essere pronte per la consumazione.

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Trattoria Lea, la Bibbia della cucina tifernate

La storia di questo ristorante si intreccia con quella di Città di Castello, già dal lontano 1910, in cui aprì i battenti come punto di ristoro per la gente del posto. Nel 1930 si trasformerà in Osteria da Primo, fino al momento del magico incontro con i coniugi Antonio e Lea. E’ lì, nel 1986, che la Trattoria la Lea inizia il suo nuovo corso, portato avanti con professionalità e tanto impegno proprio dai figli di Lea, Cristiano e Marco.

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